“Gli avvocati Fabio Mapezzi, Carmelo Marcello, Claudio Maruzzi – il secondo componente, il terzo promotore della rete professionale Lpteam – difensori del dottor Daniele Tumidei, imputato assieme ad altri dell’incendio colposo de ‘Il Gigante’, la grande struttura commerciale alle porte di Forlì, avvenuto il 9 marzo del 2013, esprimono, assieme al proprio assistito, tutta la loro soddisfazione per l’epilogo della tormentata vicenda che, grazie alla sentenza pronunciata ieri sera dal Giudice del Tribunale di Forlì, Marco De Leva, dopo una articolata istruttoria dibattimentale, ha mandato assolto Tumidei con la formula più ampia ‘non aver commesso il fatto’, per essere stata raggiunta la prova della sua innocenza”.

E’ il commento dei due difensori all’esito del dispositivo che ha assolto tutti e sei gli imputati del complesso procedimento, nato, appunto, a seguito dell’incendio che aveva devastato il “Gigante”, comunque sistemato e tuttora attivo. A giudizio si trovavano i due soci e un dipendente della società nei cui locali, secondo i rilievi, si sarebbe sviluppato l’incendio, due ingegneri collegati alla sistemazione e al collaudo dell’impianto fotovoltaico presente sul tetto del “Gigante” e il legale rappresentante, appunto Tumidei, della società di gestione dell’impianto fotovoltaico stesso.

“Il dott. Tumidei – spiegano i difensori – fu coinvolto nella vicenda quale committente finanziatore e gestore dell’impianto fotovoltaico che fu installato sulla intera copertura del ‘Gigante’, in concomitanza con il rifacimento della stessa decisa dal Condominio che ha in gestione la struttura”.

“Egli fu accusato, quale legale rappresentante della società Energia Solare Gigante, unitamente a due tecnici e a rappresentanti dell’azienda che occupava il modulo all’interno del quale si ritenne avesse avuto origine l’innesco dell’incendio, di essere corresponsabile della propagazione delle fiamme, che, secondo l’accusa, sarebbe stata favorita proprio dalla presenza dei pannelli in silicio appoggiati sugli shed facenti parte della copertura”.

L’epilogo ha visto l’assoluzione anche degli altri imputati, dopo oltre venti udienze, in cui Procura, parti civili e difensori degli imputati, si sono confrontati, anche aspramente, anche su molte questioni tecniche, con l’ausilio dei rispettivi consulenti. La Procura aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, tranne dell’operaio della ditta Stema”.

“La sentenza restituisce un po’ di serenità al nostro assistito, che ha dovuto subire la pena di un processo che si sarebbe potuto evitare dopo l’approfondimento delle questioni tecniche fatto in sede di incidente probatorio”.

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