Una importante sentenza, ottenuta al Tribunale Superiore delle Acque pubbliche, dall’avvocato Matteo Ceruti, promotore della rete professionale Lpteam, che rappresentava il Comune di Gosaldo, nel Bellunese. Una vicenda piuttosto complessa, dal momento che si sono incrociati, di fronte al Tsap, i ricorsi di Comune, Provincia, Ente Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, oltre che quello della società proponente la realizzazione dell’impianto idroelettico al centro dello scontro giudiziario.
La società, infatti, titolare del 2014 di una concessione per derivazione d’acqua a uso idroelettrico dal torrente Mis, nel Comune di Gosaldo, nel Bellunese, aveva presentato istanza, il settembre del 2015, alla Regione, di sottoporre e verificare alla assoggettabilità Via il progetto dell’impianto. Quest’ultimo dovrebbe inserirsi, da progetto, per la quasi totalità della propria estensione all’interno del Sito Natura 2000 “Dolomiti Feltrine e Bellunesi”, al confine con il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
La commissione Regionale Via, a quanto ricostruito nelle carte del Processo, il 17 novembre 2015, all’unanimità riteneva che il progetto andasse assoggettato a Via, sostenendo che “La verifica attivata allo scopo di valutare gli impatti ha dimostrato che il progetto può generare impatti significativi sull’ambiente”. A questo punto, la società proponente, il 9 dicembre 2015, presentava ulteriori osservazioni. La commissione Via, il 6 aprile 2016, a maggioranza, non più all’unanimità, modificando la propria precedente pronuncia, sosteneva che “l’intervento non potesse comportare impatti significativi negativi sulle componenti ambientali”, decidendo di escluderlo dalla Procedura di Via, pur fornendo una serie di prescrizioni.
La Regione, recependo questa pronuncia, con decreto direttoriale 52 del 2016, escludeva il progetto dalla procedura Via, fatte salve le prescrizioni in questione. E’ contro questo atto, in particolare, che il Comune, con l’avvocato Matteo Ceruti, presentava ricorso. Non l’unico, comunque.
L’argomentazione principale che ha portato all’accoglimento del ricorso, con annullamento del decreto direttoriale della Regione del Veneto, è che la Vinca, ossia la valutazione di incidenza ambientale, avrebbe dovuto essere parte integrante della procedura di Via e non venire rinviata, come invece accaduto, a una seconda fase, legata all’approvazione del progetto. Una argomentazione che il Tsap ha accolto su tutta la linea.
“Nel caso in esame – scrive infatti il Tsap – la Vinca non andava posticipata al momento della approvazione del progetto, ma andava eseguita ‘in modo integrato’ all’interno della verifica di assoggettabilità la quale, del resto, rientra tra le procedure di valutazione ambientale, pur essendo meno complessa e meno approfondita della Via”.
Non solo: il Tsap ha anche accolto il rilievo che sottolineava la contraddittorietà delle due successive pronunce della Commissione Via, senza che, tra l’una e l’altra, come fatto rilevare dal Comune di Gosaldo, fosse mutato il quadro di riferimento. Da qui l’annullamento del decreto direttoriale di esclusione del progetto dalla Via.
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