La vittima dell’odiosa estorsione, nel frattempo, è deceduta, ma l’avvocato Claudio Maruzzi, di Ferrara, promotore della rete professionale Lpteam, assieme alla collega Simona Totaro, ha comunque voluto portare avanti il proprio mandato, come parte civile, in memoria di don Andrea Margutti, sacerdote ingiustamente accusato di pedofilia a scopo estorsivo, da un uomo che aveva ospitato, con la sua famiglia, al piano inferiore della propria abitazione. Teatro della vicenda, la città di Ferrara.
Il cittadino serbo, che alloggiava, con la famiglia,nell’immobile, avrebbe messo don Andrea di fronte a una scelta drammatica: se non gli avesse intestato il piano inferiore dell’immobile in cui li ospitava, sarebbe stato denunciato per pedofilia. In particolare, il serbo lo avrebbe denunciato per avere molestato il figlio, minore, durante una festa di compleanno. Circostanza che, in realtà, non si sarebbe mai verificata. Non avendo ottenuto quanto voleva, l’uomo diede poi corso a questa minaccia, denunciando il religioso.
Don Andrea venne condannato in primo grado, quindi pienamente assolto in Appello. “Il fatto non sussiste”, questa la decisione della Corte di secondo grado, non impugnata dalla Procura generale. “Una vicenda allucinante, un vero e proprio incubo per il sacerdote, deceduto tre anni fa, dopo che non era riuscito, causa sospensioni e rinvii dell’udienza, neppure a terminare la sua drammatica deposizione nel processo che lo vedeva vittima”, afferma il suo legale, l’avvocato Claudio Maruzzi.
Anche il sacerdote, infatti, aveva denunciato il serbo, per estorsione e calunnia. Un processo che, ora, è arrivato a sentenza, con la condanna dell’imputato, il serbo, a due anni per la prima delle due ipotesi di reato. Assoluzione, invece, dalla contestazione di calunnia.
“Ho voluto, nonostante la morte di don Andrea, portare a termine il mio mandato difensivo, con la collaborazione della collega di studio Simona Totaro, per onorare la memoria del sacerdote – prosegue l’avvocato Maruzzi – Una persona buona, che ha sempre operato per il bene, regalando ascolto, vicinanza e solidarietà ai tanti fedeli che lo hanno stimato e gli hanno voluto bene. Ricordo che il suo più grande dolore, fu la sospensione a divinis decisa dal vescovo dell’epoca dopo la condanna, che ritenne di non riabilitarlo neppure dopo l’assoluzione. Questa sentenza restituisce dignità alla memoria di don Andrea Margutti”.