Un altro processo ambientale nel quale la rete professionale Lpteam è presente in qualità di parte civile, con l’avvocato Matteo Ceruti, promotore della rete professionale, sostituito, nell’udienza preliminare in Tribunale a Ravenna dello scorso giovedì 25 marzo, dal collega Marco Casellato, a sua volta componente della rete professionale. Rappresentano l’associazione ambientalista  nazionale Italia Nostra che, proprio all’udienza preliminare, assieme ad altre associazioni, ha avanzato la propria richiesta di costituirsi parte civile nel processo.

Al centro di tutto, una ipotesi di inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.), fattispecie introdotta nel 2015, relativo all’affondamento, nel porto di Ravenna, della imbarcazione dismessa “Berkan B”, affondamento preceduto da un cedimento strutturale dello scafo, che liberò, secondo la tesi accusatorie, nelle acque del porto, una grande quantità di idrocarburi pesanti. In particolare, nel capo di imputazione si indicano 619 metri cubi di miscela oleosa e 60 metri cubi di olio pesante. Nonostante il tentativo di contenimento con panne, si verificarono comunque, prosegue la ricostruzione accusatoria, danni ambientali alle acque marine prospicienti e all’avifauna locale.

A processo si trovano gli allora vertici di Asp (Autorità di sistema portuale) di Ravenna, in particolare l’allora presidente e l’allora segretario generale. Viene loro contestato di avere gestito in maniera non appropriata la fase di dismissione e smantellamento della nave cargo, dopo la sua cancellazione dal registro navale. In particolare, i complessi lavori di smantellamento sarebbero stati eseguiti da una società non sufficientemente qualificata.

I problemi, tuttavia, non si fermerebbero qui, dal momento che l’accusa contesta anche vari rinnovi della concessione alla società in questione, anche quando sarebbero emerse molto problematiche assolutamente non banali, come, per esempio, il cedimento dello scafo avvenuto nell’ottobre del 2017, sino ad arrivare all’affondamento vero e proprio, avvenuto nel marzo del 2019, con conseguente sversamento degli idrocarburi.

Nell’atto di costituzione di parte civile l’associazione Italia Nostra ha evidenziato come le acque interessate dalla contaminazione provocata dall’affondamento della nave “Berkan B” sono in continuità idraulica con il sito Rete Natura 2000 “Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina“, che rientra nel Parco regionale emiliano romagnolo del delta del Po.
All’udienza preliminare, le difese degli imputati hanno chiesto la concessione di un termine a difesa, per valutare le richieste di costituzione di parte civile. Il giudice ha rinviato per la discussione delle costituzioni di parte civile all’udienza del 17 maggio.

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