E’ stato l’esposto presentato in Procura dall’avvocato Carmelo Marcello, del foro di Ferrara, componente della rete professionale Lpteam e dello studio Mgtm di Ferrara, a dare l’impulso all’indagine, delegata alla polizia, che è di recente stata chiusa, con la notifica del 415 bis inviata a 15 persone.

L’ipotesi di reato è quella di truffa, come previsto dal nuovo articolo 493 ter del Codice Penale:

“Chiunque al fine di trarne profitto per sé o per altri, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi, o comunque ogni altro strumento di pagamento diverso dai contanti è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 310 euro a 1.550 euro. Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto per sé o per altri, falsifica o altera gli strumenti o i documenti di cui al primo periodo, ovvero possiede, cede o acquisisce tali strumenti o documenti di provenienza illecita o comunque falsificati o alterati, nonché ordini di pagamento prodotti con essi”.

La vicenda ruota attorno a un massiccio giro di alterazione delle tessere magnetiche di credito di un grande autolavaggio presente a Ferrara. Tessere che possono venire utilizzate sia, ovviamente, per lavare l’auto, che per acquistare prodotti di vario genere nei distributori automatici presenti. Gli indagati, a quanto emerso nel corso degli accertamenti della squadra mobile della questura di Ferrara, avrebbero trovato il modo – pare anche attraverso video tutorial – di alterare il credito. In parole povere, inserendo pochi euro, era possibile acquistare beni e servizi per migliaia e migliaia di euro.

Basti pensare che, a quanto ricostruito nel corso delle indagini, una delle persone coinvolte, con una ricarica di appena 17 euro, si era assicurata un credito sufficiente a fare spese per qualcosa come 4889 euro e 35 centesimi. Complessivamente, per quanto riguarda la posizione dei 15 indagati ai quali è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari, il danno contestato si aggira sui 17mila euro circa.

Dopo l’esposto presentato dall’avvocato Carmelo Marcello, le indagini si sono mosse su un doppio binario: un meccanismo di alert inserito sulle tessere magnetiche e le videoriprese fatte dagli investigatori della squadra mobile. In questo modo, è stato possibile individuare quei clienti che utilizzavano i servizi tramite carte alterate.

I fatti si sono verificati tra 2019 e 2021 ed è stato proprio il personale dell’autolavaggio a notare qualcosa di strano, inizialmente. In particolare, un dipendente si accorse di come due cavetti Usb caricati in un distributore fossero stati venduti nel giro di appena 24 ore; decisamente insolito. Così come insolito era risultato il fatto che la tessera dell’acquirente risultasse caricata con ben 300 euro, laddove, solitamente, il cliente medio mantiene un credito di poche decine di euro.

La vicenda, che ha avuto una ampia risonanza sui quotidiani, cartacei e online, di Ferrara, potrebbe tuttavia non essere finita qui: potrebbero esserci altre tessere alterate. In questo caso, ha caldamente consigliato l’avvocato Marcello, dalle pagine del quotidiano “La Nuova Ferrara”, meglio cessarne immediatamente l’utilizzo.Altrimenti, il rischio è quello di vedersi coinvolti nelle indagini, esattamente come accaduto alle 15 persone che si avviano verso la richiesta di fissazione dell’udienza preliminare.

“Chi dovesse ancora essere in possesso – ha spiegato l’avvocato Marcello – di tessere clonate farebbe bene a non utilizzarle, per evitare il rischio di essere coinvolto in un procedimento penale e nella richiesta di risarcimento del danno”. La società titolare dell’autolavaggio ha, infatti, ferma intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento, con l’avvocato Carmelo Marcello, e chiedere un risarcimento agli imputati, ovviamente in caso di loro condanna.

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