E’ stato uno dei primi processi, in Tribunale a Ferrara, a sperimentare l’istituto della “giustizia riparativa”, previsto dalla Riforma Cartabia; e ora si candida per fare lo stesso per quanto concerne l’udienza predibattimentale, prevista per questo procedimento, laddove, nel periodo “Pre Cartabia”, la Procura avrebbe proceduto con una più snella citazione diretta a giudizio. Una vicenda che vede la rete professionale Lpteam presente come parte civile: è stata, del resto, proprio una denuncia querela presentata dall’avvocato Carmelo Marcello a innescare gli accertamenti della Procura estense.
La vicenda – così come ricostruita nel corso degli accertamenti – ruota attorno a un massiccio giro di alterazione delle tessere magnetiche di credito di un grande autolavaggio presente a Ferrara. Tessere che possono venire utilizzate sia, ovviamente, per lavare l’auto, che per acquistare prodotti di vario genere nei distributori automatici presenti. Gli indagati, a quanto emerso nel corso degli accertamenti della squadra mobile della questura di Ferrara, avrebbero trovato il modo – pare anche attraverso video tutorial – di alterare il credito. In parole povere, inserendo pochi euro, era possibile acquistare beni e servizi per migliaia e migliaia di euro.
Basti pensare che, a quanto ricostruito nel corso delle indagini, una delle persone coinvolte, con una ricarica di appena 17 euro, si era assicurata un credito sufficiente a fare spese per qualcosa come 4889 euro e 35 centesimi. Dopo l’esposto presentato dall’avvocato Carmelo Marcello, le indagini si erano mosse su un doppio binario: un meccanismo di alert inserito sulle tessere magnetiche e le videoriprese fatte dagli investigatori della squadra mobile. In questo modo, è stato possibile individuare quei clienti che utilizzavano i servizi tramite carte alterate. I fatti si sono verificati tra 2019 e 2021.
La Procura aveva notificato, a inizio 2023, la chiusura delle indagini preliminari a 15 persone. Si procede per l’ipotesi di reato di truffa, come prevista dal nuovo articolo 493 ter del Codice Penale:
“Chiunque al fine di trarne profitto per sé o per altri, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi, o comunque ogni altro strumento di pagamento diverso dai contanti è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 310 euro a 1.550 euro. Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto per sé o per altri, falsifica o altera gli strumenti o i documenti di cui al primo periodo, ovvero possiede, cede o acquisisce tali strumenti o documenti di provenienza illecita o comunque falsificati o alterati, nonché ordini di pagamento prodotti con essi”.
In seguito alla chiusura delle indagini preliminari, la gran parte degli indagati e i loro difensori aveva scelto la strada della giustizia riparativa. Il punto di partenza è stata la quantificazione, operata in sede di indagini, del danno patito dalla parte offesa. Circa 20mila euro. L’avvocato Marcello, allora, ha raggiunto una intesa con i difensori di parte degli indagati: questi avrebbero risarcito una somma doppia. Così è stato. Alla luce di questo comportamento, per la Procura è stato possibile chiedere, per quanti hanno intrapreso questo percorso, l’archiviazione del procedimento (trovando pienamente concorde la parte offesa) per la “particolare tenuità del fatto”, che si è potuta invocare proprio alla luce dell’intervenuto risarcimento.
Non tutti, però, hanno imboccato questa strada. Per parte degli indagati si terrà quella udienza predibattimentale che pure è una delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia. Una sorta di udienza preliminare che viene ora introdotta anche per quei reati per i quali, in precedenza, era invece possibile procedere con la citazione diretta a giudizio.
Riepilogando, quindi, ad oggi è stato possibile applicare il meccanismo della giustizia riparativa a nove indagati: otto del filone principale, ossia quello innescato dalla denuncia querela di Lpteam, e uno aggiuntosi un secondo tempo. Per cinque di queste posizioni è già stata ottenuta, dalla Procura, l’archiviazione, per tre ci sarà una udienza predibattimentale solo perché il risarcimento è intervenuto quando già la Procura aveva esercitato l’azione penale, per una si è in attesa dell’archiviazione.