Un processo, in tribunale a Rovigo, che ha visto l’avvocato Marco Casellato, componente della rete professionale Lpteam, ottenere un importante risultato, come difensore di parte civile del Comune di Adria: una provvisionale di 164mila euro, mentre il risarcimento definitivo dovrà essere quantificato dal giudice civile.

Il procedimento era sempre incentrato sulle vicende dello stabilimento Coimpo – Agribiofert in località America, frazione di Ca’ Emo, Comune di Adria. Lo stesso nel quale, il 22 settembre del 2014, trovarono la morte quattro lavoratori, fulminati da una nube tossica generata dallo sversamento di acido su fanghi. Il ciclo produttivo, infatti, prevedeva il trattamento di fanghi di vario tipo per riciclarli poi come fertilizzanti in agricoltura.

Da quella vicenda sono nati vari procedimenti penali: quello per le quattro morti (LEGGI ARTICOLO), quello per le irregolarità nel trattamento dei fanghi, che avrebbe visto disattendere la trafila autorizzata dalla Provincia, al fine di massimizzare il profitto (LEGGI ARTICOLO), quello per corruzione di un ex dipendete della Provincia di Rovigo, e, infine, appunto quello appena concluso. In tutti, Lpteam era presente, assistendo le parti civile costituite.

Nell’ultimo procedimento definitosi, due erano le contestazioni, a carico dei cinque imputati, tutti ritenuti, secondo la ricostruzione accusatoria, amministratori delle due ditte operanti nello stabilimento. La prima ipotesi di reato era di non avere garantito il ripristino dello stato dei luoghi, come da determine della Provincia di Rovigo, ossia non avere svuotato lo stabilimento dai fanghi ancora presenti; la seconda ipotesi di reato era quella di avere, di fatto, a un certo punto esercitato l’attività dello stabilimento senza copertura assicurativa, essendo le polizze divenute inesigibili per la cancellazione della società che le aveva emesse dall’apposito elenco.

Nel dettaglio, il primo capo di imputazione contestava il

“delitto p. e p. dagli art. 111 e 452 terdecies c.p., perché, in concorso tra loro, essendo obbligati per legge e per ordine di un’autorità pubblica, non provvedevano al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi sia dell’impianto dedito alla gestione dell’attività di stoccaggio e trattamento di fanghi di depurazione civili ed agroalimentari ed altri rifiuti speciali non pericolosi, sia dell’impianto dedito alle operazioni di recupero di fanghi biologici ed altri rifiuti speciali non pericolosi per la produzione di correttivo calcico “gesso di defecazione; nella fattispecie, non provvedevano a compiere entro 30 giorni dalla notifica le operazioni di ripristino e di recupero prescritte dalla Provincia di Rovigo – Area Ambiente nei provvedimenti n.1224 del 31.05.2017, notificato in data 12.06.2017, e n. 1805 del 09.08.2017, notificato in data 21.08.2017

In Adria, località Ca’ Emo (RO), il 12.7.2017 e il 9.9.2017”.

Il secondo capo di imputazione, invece, contestava il

“delitto p. e p. dagli arti 110 c.p., 256 comma 1 del D.lgd. 3 aprile 2006 n. 152, perché, in concorso tra loro, nella rispettiva qualità di cui al capo A che precede, gestivano senza autorizzazione gli impianti ivi menzionati, esercitando l’attività a seguito delle rispettive determine n. 3463 e n.3461 rilasciate dalla Provincia di Rovigo in data 12.12.2013, privi delle necessarie garanzie finanziarie, considerato che le polizze fidejussorie depositate per il rilascio di detta autorizzazione risultavano inesigibili, a causa della cancellazione dall’elenco degli intermediari finanziari della società emittente, avvenuta in data 9.10.2013.

In Adria (RO) in epoca successiva al 9.10.2013 e permanente sino al 13.9.2016 (data ultimo ritiro rifiuti nell’impianto)”.

All’esito del dibattimento, il giudice ha disposto il non doversi procedere per il secondo capo di imputazione, essendo ormai intervenuta la prescrizione; per il primo capo di imputazione, sono invece arrivate tre assoluzioni per non avere commesso il fatto e due condanne a 1 anno e 8 mesi di reclusione, oltre che a 30mila euro di multa.

Alle due parti civili costituite, appunto il Comune di Adria e la Provincia di Rovigo, sono state riconosciute provvisionali rispettivamente di 164mila e 30mila euro.

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