Nella giornata di martedì 20 novembre, l‘avvocato Claudio Maruzzi, di Ferrara, dello studio legale Mgtm – Avvocati Associati e promotore della rete professionale Lpteam, assieme al collega avvocato Manuel Sarno, del foro di Milano, nell’ambito del Corso di formazione tecnica e deontologica dell’Avvocato penalista, ha parlato a Rovigo sul tema: “La deontologia del penalista nelle investigazioni difensive”. Di seguito, un sunto del suo intervento sull’argomento.
Nel contesto della scena giudiziaria e pre -giudiziaria, la riforma delle investigazioni difensive ha aperto, da ormai un ventennio, scenari nuovi, quasi del tutto inesplorati.
Lo “statuto” dell‘avvocato-investigatore introdotto nel nostro ordinamento con la legge 397/2000, consente al difensore delle persone accusate di un reato e delle vittime (singoli e/o enti privati e pubblici) l’attivazione di strategie e tecniche di indagine, in prospettiva probatoria, di notevole ampiezza e rilevanza.
La portata – che non credo esagerato definire rivoluzionaria – della riforma è dimostrata dalla circostanza che il difensore-investigatore ha la opportunità di agire addirittura anteriormente al formale inizio del procedimento penale, attraverso le investigazioni difensive preventive, i cui risultati potranno eventualmente essere allegati all’atto introduttivo dell’inchiesta penale (esposto/denuncia/querela), offrendo in questo modo all’autorità giudiziaria, in proiezione processuale, importanti e spesso decisivi spunti probatori.
L’azione integrata tra difensore-investigatore e consulenti tecnici e, quando occorre, investigatori privati autorizzati, può in molti casi offrire l’impulso per l’apertura di un’indagine, anche anticipando l’intervento dell’autorità giudiziaria. Oppure per affiancarsi ad essa e ai consulenti eventualmente già incaricati dall’autorità giudiziaria.
Il contributo dell’ “esperto” è utile non soltanto per l’acquisizione della prova “sul campo” e per la successiva valutazione, ma spesso è di ausilio al difensore, nella interpretazione dei dati tecnici contenuti nelle disposizioni legislative (comunitarie, legislative nazionali e regionali) e soprattutto negli “allegati”, come avviene ad esempio con riferimento al settore ambientale.
Le investigazioni difensive spalancano al difensore del terzo millennio nuovi e straordinari scenari operativi. E’ necessario, tuttavia, che l’avvocato innervi il proprio quotidiano operare di vera cultura dell’investigazione, il che comporta una trasformazione “antropologica” del difensore, una ridefinizione della propria funzione e delle proprie abitudini professionali, che devono essere alimentati da sacrificio, passione e fantasia.
Fondamentale è inoltre l’apporto che l’avvocato-investigatore può offrire, in chiave anche di prevenzione, al cliente-azienda, soprattutto nell’ambito della Responsabilità dell’impresa derivante da reato (Decreto Leg.vo 231/2001): nella valutazione della idoneità e della concreta attuazione del Modello Organizzativo di gestione e controllo, nella predisposizione del Modello riparatore, in particolare in occasione di eventi di reato (si pensi all’incidente sul lavoro) in cui anche l’impresa può trovarsi coinvolta nell’agone penale come imputata.