Un risultato importante, quello ottenuto dall’avvocato Carmelo Marcello, dello studio Mgtm di Ferrara, componente della rete professionale Lpteam, in questo procedimento avvocato di parte civile che tutelava la curatela del fallimento della ditta Dinon Group Spa di Porto Viro, dichiarata fallita dal Tribunale di Rovigo nel 2016. Una vicenda processuale che ha vissuto due distinte fasi.

Nella prima, nel 2019, parte degli imputati aveva definito la propria posizione scegliendo riti alternativi. Uno aveva patteggiato, gli altri avevano scelto invece il giudizio abbreviato. Questo era stato definito nel luglio del 2019. I sindaci della società erano stati assolti, così come la moglie di uno dei soci, mentre erano stati condannati due soci e per un commercialista consulente erano stati rimessi gli atti al pubblico ministero, che aveva poi chiesto e ottenuto l’archiviazione.

La seconda fase del procedimento per bancarotta, invece, si è chiusa, in primo grado, dopo una istruttoria articolata lungo sei udienze, nella giornata di giovedì 21 luglio, a dibattimento, di fronte al tribunale collegiale di Rovigo. Quattro gli imputati che avevano scelto questa strada. Due, entrambi amministratori di diritto di società differenti da Dinon, che avevano ricevuto pagamenti da questa, sono stati assolti. Due, invece, sono stati condannati. 3 anni e 1 mese a un socio poi divenuto amministratore di diritto, 4 anni e 6 mesi a un amministratore di fatto.

Le accuse principali di bancarotta ruotavano attorno alla distrazione di una somma superiore ai 200mila euro, che sarebbe avvenuta attraverso bonifici bancari per transazioni ritenute palesemente fittizie dall’accusa, e alla restituzione, avvenuta in danno dei creditori della società ,di un finanziamento da oltre 800mila euro, anche questo attuato mediante una serie di bonifici bancari, in modo da configurare pagamenti preferenziali. Nel dispositivo della sentenza, comunque, anche l’ipotesi di reato di bancarotta preferenziale è stata riqualificata in distrattiva.

Un modus operandi che l’avvocato Marcello, nella propria costituzione di parte civile, aveva evidenziato con chiarezza, sostenendo appunto che “Dai fatti reato contestati agli imputati emergono condotte distrattive, pagamenti preferenziali sotto forma di ‘restituzione di finanziamenti’, nonché condotte di omesso controllo, di omesso esercizio dei poteri di ricognizione e segnalazione all’autorità giudiziaria e di concorso dell’extraneus nei fatti di bancarotta fraudolenta distrattiva e preferenziale, che hanno contribuito a depauperare in modo rilevante il patrimonio della società fallita, determinando, per la stessa e per la platea dei creditori, danni patrimoniali e non patrimoniali che giustificano la domanda risarcitoria e la costituzione di parte civile”.

Il dispositivo della sentenza, al di là delle pene, ha soddisfatto pienamente la parte civile, dal momento che dispone anche un risarcimento, in suo favore, quantificato in 1.125.000,00.

Condividi sui social