Un importante processo penale, con la pesante ipotesi di violenza sessuale su minori, che ha visto la rete professionale Lpteam presente come parte civile, per assistere una delle vittime del resto contestato e i genitori. A tutelare l’una e gli altri, l’avvocato Carmelo Marcello, di Ferrara, dello studio Mgtm, componente della rete professionale Lpteam. Il processo penale di primo grado si è chiuso nei giorni scorsi di fronte al Tribunale di Lucca, in Toscana, dove si sarebbero verificati i fatti oggetto del procedimento, con una condanna, in rito abbreviato, di 3 anni e 4 mesi di reclusione a carico dell’imputato: l’allenatore delle minori e il direttore tecnico del centro sportivo frequentato dalle giovani atlete.

Alla pena si accompagna poi, per gli assistiti dell’avvocato Marcello, una provvisionale di 10mila euro per la giovane vittima e di 5mila per ognuno dei due genitori. Il capo di imputazione a carico dell’imputato, sui 60 anni, individua gli episodi come avvenuti tra il 2018 e il 2020, quando la pandemia ha di fatto congelato la situazione di numerose società sportive. Tre le vittime del reato, tutte all’epoca minorenni.

Secondo l’accusa, allora, l’imputato “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, nella sua qualità di direttore tecnico  presso la società sportiva (…) approfittando di circostanze di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la privata e la pubblica difesa e con abuso di autorità, tramite violenza consistita nel movimento insidiosamente rapido tale da sorprendere le vittime, superare la loro contraria volontà e menomare ogni possibilità di reazione e di difesa, costringeva le minori, all’epoca dei fatti quattordicenni, a subire atti sessuali consistenti nel mettere le mani sui fianchi nell’abbracciarle e toccando il seno, nel palpeggiare il sedere, nell’inserire le mani nei pantaloni”.

A fare emergere la vicenda, proprio l’adolescente seguita dall’avvocato Marcello. La ragazzina, infatti, veniva seguita per un disturbo alimentare e si confidò col personale medico. Da lì partì la denuncia d’ufficio da parte dell’ospedale.

Nella propria costituzione di parte civile, l’avvocato Marcello tratteggia in maniera molto chiara ciò che l’adolescente ha dovuto subire. “Stando al suo racconto in sede di testimonianza resa in incidente probatorio – si legge infatti negli atti – è stata sottoposta ad atti espliciti di palpeggiamento palesemente e inequivocabilmente percepiti come invasivi e fastidiosi. Tali atti sono stati posti in essere dall’imputato con una motivazione assolutamente spregevole rappresentata dalla propria soddisfazione sessuale. Altresì, le condotte contestata non possono che assumere connotati di maggior gravità anche in relazione al contesto sociale in cui le attenzioni morbose vennero poste in essere, alla loro reiterazione, al coinvolgimento di altre atlete minori di età ed alla qualifica professionale dell’imputato, direttore tecnico del centro sportivo frequentato”.

Come detto, l’avvocato Marcello era costituito anche per i genitori della ragazzina. Sulla loro legittimazione ad essere presenti nel procedimento vengono spesi alcuni passaggi della costituzione di parte civile: “Rileva quanto statuito dalla giurisprudenza di legittimità, che riconosce la legittimazione del genitore della minore vittima di abusi sessuali a costituirsi parte civile nel processo e a richiedere il risarcimento del danno subito iure proprio in quanto tale delitto, oltre a ledere direttamente la minore, incide sull’interesse dei genitori all’integrità psicofisica del figlio e sulla loro sfera morale”.

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